Il genere del nome, dal maschile al femminile

 

I nomi di persona e di animale hanno due generi, il maschile e il femminile. Dal maschile si può ricavare la forma  al femminile in vari modi. Vediamo come aiutandoci con degli esempi.

Li suddividiamo in categorie: nomi che cambiano la desinenza, nomi con due forme diverse, nomi con la stessa forma che si distinguono dall’articolo che li precede, nomi con la stessa forma.

Nomi che cambiano la desinenza

MASCHILE

FEMMINILE

O : bambino, gatto, impiegato A: bambina, gatta, impiegata
E: signore, infermiere A: signora, infermiera
TORE: pittore, attore, scrittore – TRICE: pittrice, attrice, scrittrice
A: poeta TESSA: poetessa
E: principe, leone ESSA: principessa, leonessa
O: avvocato ESSA: avvocatessa

 

Nomi con due forme diverse

MASCHILE

FEMMINILE

Uomo donna
Marito Moglie
Padre madre
Celibe nubile
Fratello Sorella
Genero Nuora
Frate Suora
Montone Pecora
Toro mucca

 

Nomi con la stessa forma, si distingue il genere maschile dal femminile con l’articolo che li precede

MASCHILE

FEMMINILE

L’insegnante L’insegnante
Il nipote La nipote
Il dirigente La dirigente
Il cantante La cantante
L’artista L’artista
Il pediatra La pediatra

 

Nomi che hanno la stessa forma per entrambi i generi. Quando è necessario distinguere il genere si fa seguire il nome da maschio o femmina.

Es: Il leopardo, lo squalo, l’oca, la volpe, la balena, la marmotta, l’usignolo, il topo.

Attenzione!

Ci sono parole simili, con genere di verso, che cambiamo il significato da un genere all’altro. Es: il pasto, la pasta; il colpo, la colpa.

 

Esercizio:

Scegli la parola da inserire nelle frasi, inserisci l’articolo determinativo o indeterminativo quando richiesto.

Es : Il pasto/la pasta

1.Preferisco LA PASTA in bianco

 

Le preposizioni articolate

 

Le preposizioni articolate si formano unendo le preposizioni semplici agli articoli determinativi.

Per sapere quale preposizione articolata usare dobbiamo pensare a quale articolo usare davanti al nome.

Es: La macchina del ragazzo di Luisa. DEL = DI + IL

L’articolo determinativo si unisce e forma un’unica parola con le preposizioni: DI, A, DA, IN, SU.

L’articolo determinativo non si unisce con le preposizioni: CON, PER, TRA, FRA. 

.

  DI A DA IN SU PER CON TRA/FRA
il del al dal nel sul per il con il tra il
lo dello allo dallo nello sullo per lo con lo tra lo
l’ dell’ all’ dall’ nell’ sull’ per l’ con l’ tra l’
i dei ai dai nei sui per i con i tra i
gli degli agli dagli negli sugli per gli con gli tra gli
la della alla dalla nella sulla per la con la tra la
l’ dell’ all’ dall’ nell’ sull’ per l’ con l’ tra l’
le delle alle dalle nelle sulle per le con le tra le

 

Le preposizioni semplici

 

Le preposizioni sono parole invariabili, che non cambiano, e servono ad unire due elementi in una frase.

Es: vado a casa, un tavolo di legno.

Nelle frasi semplici determinano la funzione logica dell’elemento che precedono: mi piace viaggiare di giorno (complemento di tempo); parlano a voce alta (complemento di modo).

Le preposizioni semplici introducono molti complementi e preposizioni secondarie.

 

PREPOSIZIONE

SIGNIFICATO

ESEMPI

DI

Possesso

Materia

Argomento

Qualità

Tempo

Modo

La macchina di Marco

Un tavolo di legno

Un libro di cucina

Uno scherzo di cattivo gusto

Di notte, d’inverno

È di buon umore

A

Termine (verso qualcuno)

Moto a luogo

Stato in luogo

Età

Tempo

Compro un regalo a Marta

Vado a casa

Sono a casa

E’ arrivata a Roma a 15 anni

Vado a letto a mezzanotte

DA

Provenienza di qualcuno/qualcosa, moto da luogo

Provenienza di un’azione, agente

Moto a luogo

Fine

Vengo da Milano

 

E’ apprezzato da tutti

Vado da mamma

Compro qualcosa da bere

IN

Posizione:

  • nello spazio
  • nel tempo
  • moto a luogo
  • stato in luogo

 

Mezzo

Modo

 

E’ andato In Argentina

Vengo in mattinata

Vado in stazione

Vivo in centro

Andare in macchina

Essere in pericolo

CON

Compagnia

Mezzo

Modo

Esco con Giulio

Viaggiare con l’aereo

Leggere con attenzione

SU

Posizione nello spazio con contatto

Argomento

Approssimazione

 I libri sono sul tavolo

Un libro su Napoleone

Luisa ha sui trent’anni

PER

Passaggio:

  • attraverso lo spazio
  • attraverso il tempo

Destinazione

Fine

Causa

 

Passiamo per via Cavour

Lavoro per tutto il giorno

Parto per Palermo

Studiare per l’esame

Tremare per il freddo

TRA/FRA

Posizione intermedia:

  • Nello spazio
  • Nel tempo

Tempo determinato finale

 

Il bar è tra via Cavour e via Giolitti

Ci vediamo tra le 6 e le 7

Fra pochi giorni parto

 

Differenze tra imperfetto e passato prossimo

 

IMPERFETTO

PASSATO PROSSIMO

 

Azione continuata, ripetuta, non finita

 

ES: Prendevo l’autobus tutti i giorni alle 8 ( azione continuata)

 

 

Azione momentanea, finita

 

Es: Ho preso l’autobus alle 8 ( azione conclusa)

 

Azioni continuate avvenute contemporaneamente

 

Es: Ieri sera mentre facevo la doccia ascoltavo la musica e cantavo ( azioni contemporanee)

 

 

Azioni concluse, che avvengono una dopo l’altra

 

Es: Ieri sera prima ho fatto la doccia, poi ho ascoltato la musica e poi ho cantato

 

 

Azione più duratura (lunga) che avviene contemporaneamente ad un’azione breve

 

 

Es: Mentre studiavo (azione duratura), è arrivato Marco

 

 

Azione più breve che avviene contemporaneamente ad un’azione più lunga

 

Es: Mentre studiavo, è arrivato Marco (azione più breve)

 

 

Mentre è una congiunzione che si usa per unire due azioni che avvengono contemporaneamente, ha il significato di nel tempo che, intanto che.

ES: Mentre guardavo la tv mangiavo. = facevo le due cose, mangiare e guardare la tv, contemporaneamente.

Mentre preparavo la cena mi ha telefonato Elisa.

Mentre si può usare anche con valore avversativo con il significato di invece. Es: Ha voluto fare di testa sua mentre avrebbe fatto meglio a seguire il consiglio di suo padre.

 

L’imperfetto indicativo

 

L’imperfetto indicativo indica un’azione passata, considerata nella sua durata.

 

L’uso

L’imperfetto indicativo si usa :

  • per esprimere un’azione che si ripeteva abitualmente nel passato. Es: L’anno scorso andavamo al cinema tutti i mercoledì. /Quando abitavamo a Padova mi svegliavo tutte le mattine alle 6 e prendevo il treno delle 7.10.  
  • per indicare un’azione passata contemporanea ad un’altra. Es: Mentre la mamma leggeva io facevo i compiti.
  • nelle descrizioni e nelle narrazioni. Es: Era una giornata di inizio primavera stupenda, il sole riscaldava l’aria….

Nella lingua parlata si usa spesso l’imperfetto indicativo per rendere una domanda più gentile, soprattutto con i verbi volere, desiderare, preferire. Es: Buongiorno! Volevo provare i pantaloni neri in vetrina.

 

La forma

L’imperfetto indicativo, per i verbi regolari, si forma aggiungendo alla radice le seguenti desinenze per i verbi –are, -ere, -ire.

 

Parlare

Credere

Dormire

 

io parlavo

tu parlavi

lui/lei parlava

noi parlavamo

voi parlavate

loro parlavano

 

io credevo

tu credevi

lui/lei credeva

noi credevamo

voi credevate

loro credevano

 

io dormivo

tu dormivi

lui/lei dormiva

noi dormivamo

voi dormivate

loro dormivano

 

Di seguito l’imperfetto indicativo dei più importanti verbi irregolari

 

Essere

Avere

Dire

Fare

Io ero

Tu eri

Lui/lei era

Noi eravamo

Voi eravate

Loro erano

Io avevo

Tu avevi

Lui/lei aveva

Noi avevamo

Voi avevate

Loro avevano

Io dicevo

Tu dicevi

Lui/lei diceva

Noi dicevamo

Voi dicevate

Loro dicevano

Io facevo

Tu facevi

Lui/lei faceva

Noi facevamo

Voi facevate

Loro facevano

 

 Stampa: L’imperfetto indicativo

 

Il passato prossimo

 

Il passato prossimo è uno dei tempi composti dell’indicativo, ha come principale significato quello di indicare un evento concluso in un passato vicino o lontano.

Es: Stamattina ho fatto colazione al bar.

Mia sorella è nata nel 1996.

 

Il passato prossimo indica:

  • un’azione trascorsa da poco
  • un’azione trascorsa da tanto tempo con effetti anche nel presente 
  • un’esperienza di vita
  • un’azione passata in un periodo di tempo non ancora concluso

Es: Dopo cena la mamma è uscita. Quest’anno siamo andati in vacanza in Croazia.  Hai vissuto a Roma?  Sono uscita da casa mezz’ora fa.  Sono sposato da 10 anni.  

 

La forma

Il passato prossimo si forma con il presente indicativo dell’ausiliare essere o avere + participio passato del verbo, se necessario accordato per  genere e numero. 

Es: Il ragazzo è partito/La ragazza è partita/ I ragazzi sono partiti/ Le ragazze sono partite

Laura ha comprato la macchina. Paolo ha mangiato tutto il gelato

 

Ausiliare essere o avere?

Prima di soffermarci sulla scelta dell’ausiliare, vediamo la differenza tra verbo transitivo e verbo intransitivo.

I verbi transitivi sono verbi che possono avere un complemento oggetto. Il complemento oggetto risponde alla domanda: chi? Che cosa? Il verbo specifica l’azione trasferendola su un oggetto:  Es: Paolo legge un libro ( cosa legge? Un libro). Laura mangia la pizza.

I verbi intransitivi sono quelli che invece non possono avere un complemento oggetto. Sono in genere verbi che indicano un movimento (andare, arrivare, partire, tornare, venire) o un cambiamento (diventare, morire, nascere, crescere). Es: Laura piange. Paolo ride. La bambina cresce.

L’ausiliare AVERE si usa con tutti i verbi transitivi e con alcuni verbi intransitivi.

Es: Ho mangiato; Ho visto; Ho viaggiato.

L’ausiliare ESSERE si usa con molti verbi intransitivi, con i verbi riflessivi ( lavarsi), impersonali, nella coniugazione passiva.

Es: Si è lavato; Sono arrivati; E’ successo un guaio; Sei stato pagato. Sono salito in soffitta.

Non esistono sempre regole precise per la scelta dell’ausiliare. Ci sono verbi che possono prendere entrambi gli ausiliari senza differenze di significato come: ho vissuto a Roma; sono vissuto a Roma. Altri verbi, a seconda del significato, possono prendere l’ausiliare essere o avere, come: l’aereo ha volato 4 ore; l’aereo è volato da nord.

Alcuni verbi (come vivere, volare, scivolare e altri che indicano condizioni atmosferiche, come grandinarenevicarepiovere) possono avere come verbo ausiliare sia il verbo essere che il verbo avere. Possiamo dire: è piovuto oppure ha piovuto.

 

Il participio passato

Il participio passato è una forma verbale che si ottiene sostituendo la desinenza -are, -ere, -ire

dell’infinito con la desinenza -ato, -uto, -ito.

Parlare

Parlato

credere

Creduto

sentire

Sentito

 

 

Ci sono molti participi passati irregolari, ne riportiamo alcuni tra i più usati:

Prima coniugazione: – ARE

Fare Fatto

 

Seconda coniugazione: –ERE

Accendere Acceso Leggere Letto Spendere Speso
Bere Bevuto Mettere Messo Togliere Tolto
Chiedere Chiesto Nascondere Nascosto Vincere Vinto
Chiudere  Chiuso Nascere Nato Rompere Rotto
Decidere Deciso Prendere Preso Scegliere Scelto
Dipingere Dipinto Rimanere Rimasto Scendere Sceso
Dividere Diviso Rispondere risposto Scrivere Scritto

 

Terza coniugazione: -IRE

Aprire Aperto
Dire Detto
Morire Morto
Venire venuto

 

 

Passato prossimo dei verbi essere e avere:

Essere

Avere

 io sono tu sei lui/lei/Lei è

stato/a

 io ho tu hai lui/lei/Lei ha

 noi abbiamo

 voi avete

 loro/Loro hanno

avuto

 noi siamo voi siete loro/Loro sono

stati/e

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Attenzione!

Con l’ausiliare avere il participio passato non cambia. Con l’ausiliare essere cambia, perchè concorda in genere e numero con il soggetto.

Piero è partito. Piero e Paolo sono partiti.

Con l’ausiliare avere il participio passato cambia come genere e numero, quando il passato prossimo è preceduto dal pronome personale lo, la, li, le.

Hai mangiato il gelato? – Sì, l’ho mangiato. Hai mangiato la torta? – Sì, l’ho mangiata.

Hai mangiato i panini? – Sì, li ho mangiati. Hai mangiato le pesche? – Sì, le ho mangiate.

 

 

Stampa: Il passato prossimo

L’imperativo

 

L’imperativo è un modo del verbo che usiamo per esprimere:

  • un ordine, un comando. Es: Vai via! Stai zitta!
  • un suggerimento, un invito. Es: Dai, prendi un altro pezzo di torta! Per favore, ascolta quello che stanno dicendo!

 

La forma

L’imperativo alla prima persona plurale, NOI, non esprime un ordine ma un’esortazione, un invito a fare qualcosa.
Es: Andiamo! Non voglio fare tardi. Compriamo il pane!

 

 

-are

-ere

-ire

Verbi in -isc

 

PARLARE

CREDERE

DORMIRE

FINIRE

TU

parla

credi

dormi

finisci

NOI

parliamo

crediamo

dormiamo

finiamo

VOI

parlate

credete

dormite

finite

 

L’imperativo dei più importanti verbi irregolari

 

ANDARE

STARE

DIRE

FARE

DARE

ESSERE

AVERE

TU

vai /va’

stai/sta’

di’

fai/fa’

dai/da’

sii

abbi

VOI

andate

state

dite

fate

date

siate

abbiate

 

L’uso

L’imperativo si usa per dare un ordine. Per esse re gentili, bisogna sempre aggiungere l’espressione “per favore” o “per piacere”.

Quando si vogliono dare ordini/inviti/suggerimenti a una persona a cui diamo del Lei, dobbiamo usare la 3a

persona singolare del presente congiuntivo.

Es: Signora, venga!  Dica pure!

 

Quando si usa l’imperativo con un pronome personale diretto o indiretto, questo si mette dopo

l’imperativo e formano  così una sola parola.

Indicativo Imperativo
Tu lo mangi Mangialo!
Tu li guardi Guardali!
Tu ci ascolti Ascoltaci
Voi le prendete Prendetele!

 

Attenzione!

Con i verbi andare, dare, dire, fare, stare, se l’imperativo di 2° persona singolare (tu) è unito a un pronome personale, la consonante di questo pronome raddoppia:

vacci, dillo, dille, dammi, facci, fammi, dalle, falle, stammi…

 

L’imperativo negativo

L’imperativo negativo si forma:

  • per il tu: con non + infinito. Es: Ascolta! Non ascoltare!
  • per il Lei: con non + congiuntivo presente. Es: Venga! Non venga!
  • per il voi: con non + imperativo. Es: Parlate! Non parlate!

 

 

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Gli avverbi interrogativi

 

Gli avverbi sono parti invariabili del discorso, non cambiano nel genere(maschile – femminile) e nel numero (singolare – plurale) e servono a cambiare il significato delle parole a cui si riferiscono.

Come gli aggettivi e i pronomi interrogativi, gli avverbi interrogativi servono ad introdurre una domanda relativa:  al modoluogotempo, misura o valore, causa.

Vengono usati sia nelle domande dirette (Es. 1) che indirette(Es. 2)

Es. 1: come ti chiami? dove vai? quando torni? quanto costa? perché ridi? come mai non vieni?

Es.2. Non so come ti chiami. Dimmi dove abiti. Non so perché non viene. Non so quando sarà a casa.

 

Modo

Come

Luogo

Dove

Tempo

Quando

Misura o valore

Quanto

Causa

Perché – come mai

 

Attenzione!

Come e dove davanti ad alcune forme del verbo essere subiscono elisione.

Es: Com’eri da piccolo? Dov’è la mia giacca?

 

Alcuni avverbi interrogativi si usano anche nelle frasi esclamative.

Es: Quanto mi manchi! Come sto bene!

 

Stampa: Gli avverbi interrogativi

Aggettivi e pronomi interrogativi

 

Gli aggettivi interrogativi possono avere anche valore di pronomi, servono a fare una domanda, diretta o indiretta, sulla qualitàla quantità o l’identità del nome a cui si riferiscono.

Gli aggettivi interrogativi precedono sempre un nome e concordano con esso nel genere (maschile – femminile) e nel numero ( plurale-singolare)

Es. quanti anni hai?

Gli aggettivi interrogativi sono:

• che e quale: per chiedere la qualità o l’identità del nome a cui si riferiscono

quanto: per chiedere la quantità del nome a cui si riferiscono. Quanto concorda con il nome a cui si riferisce, sia nel numero sia nel genere.

 

 I pronomi interrogativi sostituiscono il nome

Es: chi è quella ragazza?

I pronomi interrogativi sono:

chi: per fare una domanda riguardante una persona

che cosa: per fare una domanda riguardante una cosa

 

Attenzione!

Chi è invariabile (cioè è sempre uguale al maschile, femminile, singolare o plurale) e vuole il verbo alla 3a

Persona singolare.

 

Attenzione!

Gli aggettivi interrogativi che, quale, quanto possono essere pronomi quando sostituiscono un nome.

Ci sono due penne sul tavolo. Quale (penna) vuoi?

In giardino ci sono due gatti. Quale (gatto) è il tuo?

È facile accorgersi che gli aggettivi e i pronomi interrogativi introducono quindi una domanda, cioè una frase interrogativa diretta, con il punto interrogativo:

Gli interrogativi possono però introdurre anche frasi che non hanno il punto interrogativo, ma che contengono un elemento di dubbio, di domanda. Queste frasi si chiamano interrogative indirette.

Es: Non so chi è. Vorrei sapere che cosa fa.

 

La forma

 

singolare

singolare

plurale

plurale

 

maschile

femminile

maschile

femminile

quantità- identità

Che

Che

Che

Che

qualità – identità

Quale

Quale

Quali

Quali

quantità

Quanto

Quanta

Quanti

Quante

identità

Chi

Chi

Chi

Chi

 

L’uso

CHE: non cambia nel genere (maschile – femminile) e nel numero (plurale – singolare). 

Es: Che ora è? Non so che film vedere 

come pronome si usa solo in riferimento a cose (per le persone si usa chi)

Es: che fai? Che dici? A che pensi?

Per esprimere il pronome interrogativo riferito a cose, l’italiano ha a disposizione tre possibilità equivalenti tra di loro: cheche cosacosa.

Es.: Che è successo? Che cosa è successo? Cosa è successo?

QUALE: si usa per fare domande sulla qualità o sull’identità . Resta uguale per il maschile e il femminile, ma cambia nel plurale (quali). Per la lingua scritta è meglio usare quale e non che

Es: Quali progetti hai? In quale città vuoi andare?

QUANTO: serve a fare domande sulla quantità, varia nel genere e nel numero.

Es: Quanta  pasta hai mangiato? Quante persone ci sono? Quanto zucchero vuoi nel caffè? Quanti giorni avete di ferie?

CHI: si usa esclusivamente per indicare persone, è uguale per il maschile e femminile e anche per il singolare e il plurale. Può essere usato come soggetto (chi parla?), complemento oggetto (dimmi chi hai conosciuto) o complemento indiretto (con chi vai in vacanza?)

 

Tutti gli aggettivi e i pronomi interrogativi possono essere usati anche con valore esclamativo

Es: Che bello! Quanta fatica! A chi lo dici!

 

Stampa: Aggettivi e pronomi interrogativi

Aggettivi e pronomi dimostrativi

 

I dimostrativi indicano qualcosa o qualcuno, indicano la posizione in cui si trova qualcosa rispetto a chi parla.

Questo: indica una cosa o persona vicina, sia nello spazio che nel tempo, a chi parla e a chi ascolta.

  • Cosa vicina nello spazio: Questa torta è molto buona
  • Casa vicina nel tempo: Questa mattina mi sono svegliata presto

Quello: indica una cosa o una persona lontana, sia nello spazio che nel tempo, da chi parla e da chi ascolta.

  • Cosa lontana nello spazio: Quella macchina verde è di Mario.
  • Cosa lontana nel tempo: Quell’estate siamo andati in vacanza in montagna.

 

Gli aggettivi dimostrativi precedono sempre il nome, si scrivono prima del nome.

Es: Questa casa è molto bella.

I pronomi  dimostrativi sostituiscono il nome, si scrivono al posto della cosa che vogliamo indicare.

Es: Questa casa è molto bella, quella vecchia era brutta.

Questa penna non scrive, passami quella.

 

La forma

Questo e quello concordano con il nome a cui si riferiscono, possono essere maschili, femminili, singolari e plurali

Aggettivi dimostrativi

Singolare Singolare Plurale plurale
Maschile Femminile Maschile Femminile
questo questa questi queste
quel quella quei quelle
quello   quegli  
quell’ quell’ quegli quelle

 

Pronomi dimostrativi

Maschile Femminile Maschile Femminile
questo questa questi queste
quello quella quelli quelle

 

Attenzione!

Esistono diverse forme di quello (maschile) a seconda di come inizia il nome che segue:

• se inizia per consonante, la forma è quella dell’articolo il (il cane, quel cane; i cani, quei cani)

• se inizia per z, s + consonante, ps, pn, la forma è quella dell’articolo lo (lo studente, quello studente; gli studenti, quegli studenti);

• se inizia per vocale, la forma è quella dell’articolo l’ (l’uomo, quell’uomo; gli uomini, quegli uomini).

 

Singolare Plurale
maschile il cane = quel canelo studente = quello studentel’amico = quell’amico i cani = quei canigli studenti = quegli studentigli amici = quegli amici
femminile la sedia = quella sedial’amica = quell’amica le sedie = quelle sediele amiche = quelle amiche

 

 

Stampa: Aggettivi e pronomi dimostrativi

 

 

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